Parola d'ordine: Conservare - La Corte dei Sassi

La Corte dei Sassi
Abitazione di Interesse Storico
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Parola d'ordine: Conservare

Il lavoro, riveste un aspetto meticoloso della vita alla Corte dei Sassi
Come una anziana Sognora essa ha bisogno di cure continue e appassionate
Al nostro arrivo, la casa non ha necessittoa di nessun intervento strutturale. Solo alcuni piccoli adattamenti necessari a incontrare il nostro stile di vita.
Alcuni termosifoni sono stati installati nel pieno rispetto della filosofia iniziale e una parziale chiusura del portico necessaria  permetterà una volta eseguita il godimento della casa anche nei mesi con il clima più rigido.

La Cortte dei Sassi è così com'era.
Negli anni naturalmente sono stati fatti dei lavori di conservazione. Sono rimasti intatti però i tratti caratteristici ella casa. Le grossa mura in sasso, le porte e le finestre sono quelle originali. Sono state modernizzate le finestre dei locali magazzino trasformati recentemente in abitazione e quelle della camera da letto e del bagno superiore al fine di ridurre le perdite termodinamiche.
Noi siamo entrati con questa promessa. Entrare in punta di piedi cercando di non stravolgere minimamente la filosofia e la storia della Corte. La Corte non aveva un nome proprio. Ho ritenuto personalmente  di assegnargliene uno che facesse capire immediatamente l'essenza e le origini della casa. Un nome che la rendesse unica e inconfondibile.
un nome oggi rintraciabile sulle mappe on line, come un monumento storico. Un monumento ai piedi del Monte Grappa. Un monumento che all'interno delle sue pietre conserva il rombo dei cannoni della Grande Guerra.  
L'alternativa presa in considerazione, che forse sarebbe risultata anch'essa simpatica, forse più veritiera e sicuramente pi originale era "La Corte dei Mona". Hocercato di eseguire ogni lavoro rispettando l'idea originale anche se ciò deve sacrificare alcuni aspetti dati oggi per scontati.
In questa pagina sarano descritti tutti i lavori eseguiti e i metodi di realizzazione degli stessi.
Il resturo di Locus Culina Arts
La Dispensa con il Cuore di Pietra (Locus Culina Arts)

“Cuore di Pietra” è il nuovo pavimento in controtendenza della neo creata dispensa. Un locale che nel passato svolgeva il ruolo di cantina di conservazione, oggi è stato aggiornato a funzionale dispensa.
Qui si creano i piatti tipici della tradizione Romagnola e Veneta.
Il pavimento, “Cuore di Pietra” proviene direttamente dalle altisonanti cave di porfido del confinante Trentino.

La dispensa come si evince dalle fotografie allegate, era la cantina della casa.  Il pavimento era di terra e sassi, le pareti in pietra e malta grezza, senza finestre. Al suo interno una grande botte per il vino ormai in disuso ma ancora recuperabile, un paio di armadi portati via dai vecchi propietari. Qui avendo avuto una certa urgenza del restauro per poterne usufruire prontamente siamo ricorsi all'aiuto di un paio di artigiani. Puliti i sassi sulle pareti, tolte le malte, preparato qualche foro per l'ipianto elettrico, isolato del pavimento, gettato il cemento per eseguire la platea, posato del porfido ad opera incerta e infine verniciato le pareti e mnontato i mobili provenienti dalla casa precedente e in perfetto stile con il locale. Ho inoltre  ridotto un mobile eseguito con una cassa di ricambi di un vecchio Humvee dell'esercito USA. Sul mobile trovano posto la fonte di Bruno e la macchina caffettatrice a leva manuale donata alla Corte da Paolino. Al suo interno sono celate le bottiglie e il forno a microonde. In un angolo, in verticale il vecchio baule che conteneva la dote ella nonna Augusta Tesei, oggi utilizzato quale armadio contenitore.
Lavori di recupero e consolidamento

Alcune immagine degli amerevoli lavori necessari al mantenimento della Corte. Qui nelle foto si vede un vecchio muro, quasi pericolante già riparato in maniera aprossimativa con mattoni forati, rinforzato ocon rete metallica e malta grassa. Il consolidamento, anche se non ripristina il vecchio muro in pietra crollato, rende la parete sicura. Nel contesto il lavoro si integra bene.
La botte di Luigi
All’interno della vecchia Cantina adiacente al “Salone del Convivio” era celata una vecchia botte ancora posta su dei vecchi travi in legno.
La botte doveva rimanere all’interno della casa, così come era sempre stata.
Il pensiero corre per immaginare un possibile utilizzo.
Dapprima si pensa ad una soluzione adatta a contenere un gasificatore e rinfrescatore per l’acqua. In corso d’opera viene cambiata la posizione e la destinazione d’uso a causa delle notevoli dimensioni della botte. Diventerà la dispensa per i liquori della casa. Per circa un mese la botte è stata lasciata piena di acqua per far si che le doghe riprendessero vigore. L'acqua, dopo un certo periodo non usciva più dalla botte, quindi si è potuto passare alle lavorazioni successive.
Il restauro non facile, comporta diverse lavorazioni, tra cui la levigatura, la verniciatura la foratura con fissaggio dei cerchi, la realizzazione della porta e della pulizia dell’interno ed infine la trasformazione in cantinetta. Ecco alcune agghiaccianti immagini delle operazioni eseguite. Il tempo necessario al resturo della botte è stato di circa 50 ore di lavoro. Il lavoro di restauro della botte, è risultato più complicato di quello che sembrava all'inizio dell'opera .... le foto pubblicate sono abbastanza esplicite..... c’è chi dice che la botte quale mobile bar, è una kitshceria, ma di fatto rispetta la promessa fatta di conservare le cose che qui hanno trovato vita per anni. La botte di Luigi rivestiva ancora la funzione di contenere il vino per gli abitanti della casa. Essendo oggi mutata questa esigenza,  voglio ancora godere della sua presenza alla Corte sei Sassi.
Costruzione della panca in muratura
Restauro della botte Luigino
Luce del Brenta
Luce del Brenta
Luce del Brenta è il lampadario ideato per il Salone del Convivio.
La parte piú caratteristica della casa. Il locale del grande camino, dove la famiglia si riuniva dopo una giornata di duro lavoro. In questa stanza si accoglievano gli amici, in questa stanza si dispensava la soppressa fatta con gli animali che condividevano la Corte. Sempre qui nel passato recente ci si incontrava per guardare la televisione e vivere un tocco di modernità, sempre immersi nella magica atmosfera regalata dai materiali naturali come la pietra, il cotto e il legno.
Queste mura raccolgono la storia delle persone che hanno vissuto la Corte dei Sassi. Il Salone del Convivio, accoglerà i nostri amici e offrirà a loro il carattere di questa abitazione.
È qui che l’ultimo proprietario discendente dalla famiglia originale se ne è andato.
Luigi ha voluto chiudere gli occhi per sempre in questa stanza, che fino all’ultimo gli ha trasmesso calore e benessere materno.

Una domenica mattina, dopo aver cambiato la posizione del tavolo principale ed aver costruito con grande fatica e fallimenti la panca in muratura, decidiamo io e il “piccolo” Tita di recarci sul fiume che solca da millenni la terra di questa provincia. Il Brenta. Mi ha sempre entusiasmato condividere qualche progetto con Tita. Oggi più che mai, è grande ormai, in continua ricerca della sua autonomia. Fare qualche cosa con lui è la ciliegina sulla torta nell'opera di padre. Più i ragazzi crescono e più siamo costretti ad elemosinare un pò di loro compagnia. E noi che faremmo tutto con loro, che siamo felici del tempo che trascorriamo insieme, per loro ivece siamo gli intralci al loro essere grandi.... un giorno o solo un giorno potranno capire queste parole, ma quel lontano giorno noi saremmo già in altro luogo, e da lassù sorrideremo sornioni al ripetersi del ciclo della vita. Eccoci sulle sassose rive del Brenta, lo percorriamo per un breve tratto fino a quando troviamo questo ramo destinato all’oblio . Lo raccogliamo e lo trasportiamo con non poche difficoltà fino alla Corte dei Sassi, dove selezioniamo il pezzo migliore e ne decidiamo la posizione spaziale. Una volta installato con leggeri fili di acciaio, lo arricchiamo di lampade ricreate sullo stile di quelle ideate da A. Volta agli inizi dell’ultimo secolo dello scorso millennio. Un piccolo interruttore installato a soffitto e un cavo di alimentazione a treccia completano la realizzazione .
Nasce cosí il lampadario del tavolo del “Salone del Convivio”. Lo battezzeremo:”Luce del Brenta”
Il resturo di Locus Culina Arts
La Panca in Muratura
Nel salone del Convivio era  presente un grande tavolo in centro alla stanza. Pesantissimo e in legno massiccio può ospitare tutto in torno al suo perimetro   14 persoone.
Lungo le pareti, vi erano i vecchi mobili di Luigino. Venedo da luoghi di montagna, noi siamo abituati che nell'angolo della stanza principale della casa si trovi la Stube, la classica panca Tirolese. In Veneto la Stube è erroneamente identificata come la Stufa a Ole, la grande stufa di maiolica che con due cariche di legna al giorno è in grado di scaldare tutta la casa.
Ho cercato quindi di ideare una panca in maniera adattiva al contesto della casa. Naturalmente una grande panca in legno massiccio avrebbe certamente fatto bella figura nel Salone del Convivio. Una panca così grande sarebbe stata certamente troppo costosa per gli abitanti del passato. Ecco quindi l'idea. Costruire una panca in muratura. Semplice e forse scomoda, capace di nascondere i termosifoni installati a terra e di farne però nel contempo circolare il prezioso calore. Eseguita in mattoni antichi per la struttura e tavelle fatte a mano per la seduta.
La mia esperienza con il materiale laterizzio era bassissima, diciamo quasi pari allo zero. Ma mettere in fila uno sopra l'altro dei mattoni rossi non sermbrava così difficile. Una solita ricerca su internet e poi via.. acquisto del materiale. Mattoni, malta storica e travi di sostegno per le sedute. Mattoni cotti a mano di Asolo per la rifinitura della seduta. La costruzione dei muretti non mi pone particolari problemi, riesco anche a non rendere i mattoni un pastrocchio di malta, l'altezza è buona, tutto procede come i piani. Appoggio e saldo con la malta i travi che sosterranno la seduta, che a detta del venditore dovevano essere rigidissimi nel senso longitudinale  e non si sarebbero certo inarcati con il peso di 4  o 5 persone sedute. Perfetto. Installati i travi, procedo con l'incollatura dei mattoni, che dopo l'applicazione ... voilat pensano bene bene, uno ad uno di staccarsi.
Niente paura, smonto tutto, riupulisco per bene i preziosi mattoni, e pazientemente li re installo al loro posto. Dopo una trepidante attesa, mi siedo al centro della panca, i travi solidissimi, si piegano e tutti i mattoni  voilat, come per magia si staccano nuovamente.
Ottimo, la calma comincia a mancare e l'inc.....tura sale alla testa. Pensare di sostituire i travi di sostegno della seduta pare cosa impossibile, quindi l'ipotesi di aggiungere un muretto di mattoni al centro per spezzare la tratta viene scartata perchè il muretto bloccherebbe eventuali lavori di smontaggio dei termosifoni. Propendo quindi per costruire una semplice gamba in legno utilizzando un pezzo di legno massiccio. Lo calcolo a l netto della freccia deli travi, e penso che sarà semplice mediante un sollevatore idraulico alzare un poco il trave, ed infilarci sotto il sostegno in legno.
Procuro il materiale e scientificamente mi preparo ad eseguire l'operazione, poco più di mezzo centimetro da sollevare. Metto il cric, spessoro e provo ad alzare. Nulla la freccia non prova nemmeno a tornare al suo posto, ancora una pompata e.... SBANG!!! saltano i mattoni laterali dove erano incastrati i travi!!!
Ricomicio la costruzione per la terza volta, con evidenti imperfezioni dovuta al termine del materiale originale, al guadagno di quota necessario alla riparazione di un paio di centimetri della seduta, posiziono il sostegno in legno, fisso tutto, riposiziono le tavelle e finisco l'opera.
Una grande lezione.. degna della vecchia massoneria delle corpporazioni edili. Ora abbiamo una panca un pò altina, solida come il cemento, che permette la circolazione dell'aria calda, l'accesso ai termosifoni.... ma questa panca l'ho fatta io, ed è bellissima.
Per completarla sono stati montati dei ferri che sorreggono dei sacchi in juta che svolgono la funzione di appoggi per le schiene dei commensali.
Dividere gli spazi

Dividere lo spazio per crearne di nuovi. Le stanze della Corte dei Sassi  sono ampie ma non troppo alte anche a causa dei travi che sostengono i soffitti e i normali armadi non trovano possibilità di collocazione. È necessario intervenire per creare idonei spazi che permettono così di ottimizzare la vita.
Separare senza dividere.
Anche questa volta è stata data preferenza ai materiali forniti dalla natura. Il legno, naturale, ricavato da assi grezze spazzolate con pazienza e competenza. Solo una mano leggera di impregnante per consentire al legno di mantenere le proprie caratteristiche inalterate nel tempo. Abbiamo acquistato le assi spazzolate, con l'instancabile Marcello in un solo weeck end abbiamo provveduto a costruire un telaio in legno con travi 8x8, abbiamo poi tagliato, adattato e montato le tavole spazzolate e preventivamente impregnate con apposiot protettivo. Abbiamo contestualmente realizzato un telaio per una eventuale porta.

Successivamente nel nuovo locale così creato abbiamo provveduto ad applicare delle guide di scorrimento per mensole. Queste nascoste tra contigui pannelli di cartongesso creeranno la spina dorsale del sistema di mensole della nuova gabina armadio. Una volta montati i pannelli in cartongesso averli stuccati e verniciati, ho provveduto a montare il sistema di mensole. Il risultato è quello apprezzabile nelle immagini allegate.
Ore di lavoro necessarie circa 80.
Protezione Passiva

Le finestre del piano terra sono arricchite da grate in ferro battuto a mano.
Esse garantiscono la sicurezza della casa, in quanto le finestre sono ubicate basse sul piano stradale, e potrebbero trasformarsi in facile accesso non autorizzato ai locali della casa.
Le grate hanno anch’esse necessità di interventi periodici. L’applicazione di un fondo antiruggine prinma e di  una vernice opaca dopo, ne preserva la originale bellezza.
Ore di lavoro necessarie al ripristino delle grate: 30
Creare delle divisioni
L' "Aqua Fons", il mobile Bruno
Il mobile "Bruno" (aqua fons)

Le finestre del piano terra sono arricchite da grate in ferro battuto a mano.
Esse garantiscono la sicurezza della casa, in quanto le finestre sono ubicate basse sul piano stradale, e potrebbero trasformarsi in facile accesso non autorizzato ai locali della casa.
Le grate hanno anch’esse necessità di interventi periodici. L’applicazione di un fondo antiruggine prinma e di  una vernice opaca dopo, ne preserva la originale bellezza.
Ore di lavoro necessarie al ripristino delle grate: 30
La Maialaia number one
Tre sono le vecchie dimore del "mascio" presenti alla Corte dei Sassi. Acre ancora se ne può sentire l'odore. La struttura in pietra. il pavimento in fortissima pendenza per permettere la agile pulizia dei resti del maiale. I muri intrisi di cacca e pipì devono essere sanificati. E' uno dei classici "lavori sporchi", programma molto noto di Sky. Bisogna prendere il coraggio a quattro mani e darsi da fare. Spero nella mia ingenuità cantieristica, di poter salvare i pavimenti, raddrizzandoli un pò, come avrebbe detto quel genio del mio amico decantato da Lucio Battisti in una sua famosa canzone. Bene ed inizio sia. Pulizia dei muri eseguita prima a fuoco e poi con l'apposizione di nuova malta. Sulle pareti verso l'alto previste di gradino vengono poste delle tavelel antiche quale finitura. Vengono puliti parte di sassi che saranno lasciae a vista. Dopo la pulizia dovranno essere pazientemente stuccate tutte le fughe tra un sasso e l'altro. Una cazzuolata dopo l'alra fino alla fine del ripristino delle pareti. Dopo la paziente scappellatura dei sassi, procedo alla loro lenta e snervante stuccatura con malta antica. Il risultato è gradevole e l'esperienza si accumula sulle spalle di questo giovane apprendista. E' l'ora di montare i controsoffitti in cartongesso e della loro stuccatura. Una mano di vernice completa l'opera. Prendo il coraggio di appogiare il livello sul pavimento e mi rendo conto che esso ha un inclinazione sulla larghezza di circa due metri di circa 8 cm. !! impossibile tentare qualsiasi opera di raddrizzatura. Decido quindi di demolire il pavimento, cosa che un buon operaio edile avrebbe fatto per prima.... Demolisco il cemento sotto il quale trovo una mezza collina di pietre gigantesche. Pazientemente e faticosamente estraggo le pietre che accumulo in un luogo della Corte. Fatto ciò, si prepara il terreno per il getto. Nylon pesante, ghiaia autostabilizzante, rete in ferro elettrosaldato e poi si attacca con la preparazione del calcestruzzo per il getto. Tra una fase e l'altra c'è la corsa a reperire i materiali. Un metro cubo di ghiaia mista per getto caricata sul povero rimorchio, è una quantità enorme da scaricare a mano. Dopo averla scaricata, è necessari caricare la betomiera con le opportuni dosi di ghiaia e cemento. Con Marzia in circa 3 ore gettiamo il piccolo pavimento.
Trascorsi i 28 canonici giorni dopo il getto provvedo a posare del Cotto dell' Impruneta con il metodi di sabbia e cemento. Al termine della posa provvedo alla stuccatura delle fughe e al trattamento della superficie così ottenuta per renderla resistente alla penetrazione dei liquidi e dello sporco. Il lavoro mi soddisfa e il locale, ora finito, è veramente un confettino della corte. Costruisco velocemente dei piccoli scuri da montare sulle aperture che consentano alla luce del sole di filtrare all'interno del piccolo locale.  La Maialaia number one potrà così diventare una cucina all'aperto dove installare una griglia e una friggitrice professionale, con le quali preparare delle fantastiche grigliate con contorno!
Ore di lavoro per la realizzazione dell'opera: 150
La'aiuola o zona verde
Nel mese di febbraio, complice il bel tempo e il clima favorevole, inizio gli scavi per la realizzazione di una nuova aiuola che darà un pò di spazio verde nella corte.
Dopo aver definito le misure d'ingombro, scegliamo i materiali che naturalmete devono abbinarsi a quelli già esistenti alla corte. In una visita a Tita a Firenze, abbiamo potuto vedere delle aiuole fatte in mattoni rossi verticali che ci erano rimaste impresse. Naturalmente non sembrava un lavoro difficile metterre dei mattoni uno vicino all'altro, sembrava tutt'altro che difficile e secondo i miei calcoli doveva essere anche un lavoro rapido. Detto fatto, decido dopo la solita ricerca di documentazione, è il momento di iniziare lo scavo per la fondazione dell'aiuola. Uno scavo profondo circa 40 cm e largo 50. Dodici metri lineari di scavo a mano, necessitano di un cospiquo numero di ore di lavoro. Una volta eseguito lo scavo, è necessario creare le casseforme che conterranno il calcestruzzo. Centoventi Euro di legname e si comincia la costruzione del sistema entro cui verrà gettato il cemento. Il lavoro, di una certa precisione, realizzato con sistemi fai da te, è abbastanza lungo. Necessita inoltre di una certa precisione per le quote che devono essere a livello e per la squadratura degli angoli, dato che l'aiuola avrà due bracci lunghi e una parte centrale più profonda che conterrà anche la pianta di caco esistente. Dopo la lavorazione delle casseforme, è la volta della costruzione dell'armatura in tondini di acciaio. Una cinquantina di Kg di tondini di ferro e alcune matassine di filo sono necessarie per la costruzione di una gabbia posta all'interno dello scavo, sollevata dal fondo e posta equidistante alle casseforme. Dopo aver finito anche questa operazione si buttano sul fondo dello scavo 5 centimetri di ghiaia autostabilizzante. Finito ciò, ci si prepara alla fase successiva; il getto di calcestruzzo. Si reperisce la ghiaia per il getto e il cemento. Compro una piccola betoniera vintage da 4 carriole a Verona. Finalmente si è pronti per l'operazione di creazione della fondamenta. Si mette in moto la betoniera con qualche difficoltà dovuta probabilmente ai 45 anni di servizio dell'attrezzo. Si prepara la malta e la si butta all'interno delle casseforme. Dieci ore di betoniera continuativa portano il lavoro al termine. Non sembra venuto male, la superfice è liscia e le cassa ha svolto egregiamente il suo dovere. Ora bisognerà attendere alcune settimane prima di iniziare la costruzione della struttura dell'aiuola in mattoni rossi. Questa volta entra in azione il prode Marcello che si propone per coadiuvarmi nell'operazione. Penso che per mettere in fila 400 mattoni ci vorranno poche ore. La mattina pianificata per il lavoro, io inizio... infilo quattro cinque mattoni, capisco immediatamente che il lavoro non sarà ne veloce ne facile. I mattoni in verticale non si sostengono e hanno tre o quattro modi spaziali per storgersi.... smonto tutto e decido di partire non da un angolo ma dal muro esistente in fondo all'iola. Marcello si affaccia al cancello, si cambia ed entra in servizio. La malta ci mangia letteralmente le mani che sanguinano ad entrambi... piano piano in maniera rustica il lavoro va avanti.... la sera, morti, abbiamo circa compiuto metà dell'opera. Le schiene dei due anziani muratori risentono dello sforzo, ma la matina molto presto della domenica siamo già operativi. Oggi fa pure un pò freddo.... mattone dopo mattone con la stanchezza accumulata e un vento che soffia sempre più forte, il lavoro avanza... Marcello alle 16.00 è distrutto e da forfait. Lo saluto, lo ringrazio e lui parte alla volta di Bolzano. Io continuo, voglio finire. Le giornate sono abbastanza lunghe e alla sera finisco l'opera. Ora non resta che riempirla di terra e costruire l'aspetto verde. Dopo aver fatto tutto ciò, sbadilando tonnellate di terra e dopo aver piantato i fiori, mi accorgo che il prode figlio di Dio.. il nostro Gesù, adora saltare su di essi distruggendoli e scavando nella soffice terra appena deposta. La domenica dopo, decido di dare un tocco fanshui all'aiuola, sopra i teli antierba posizionati in precedenza, riempio con sassi di fiume puliti. L'aspetto è gradevole, ricercato e svolge il suo compito nei confronti del povero Gesù, che sconsolato deve trovarsi altri spazi per giocare e distruggere.

Ore di lavoro per la realizzazione dell'opera: > di 200
La costruzione dell'aiuola. Dalle fondamenta a lavoro finito
La Costruzione della Terrazza
La Costruzione della Terrazza
La terrazza
La terrazza non c'era. La nuova terrazza è stata una necessità in seguito alla prevista chiuisura del porticato che da accesso alla Corte dei Sassi. Un progetto un pò difficile da immaginare, in quanto volevo ricreare uno spazio aperto attiguop alla casa e che ne facesse parte integrante. Il posto dove costruire la terrazza era da subito chiaro, ma alcune difficoltà mi facevano far fatica a decidere come operare. La parte antistante alla casa era stato eralizzato da Luigino con una discesa verso il cortile realizzata in sassi di fiume posti a dimora ad opera incerta. Era molto bella, ma pressochè inutile. Su un lato di questa discesa, un piccolo corridoio sempre in sassi di fiume consentiva l'accesso al forno del pane ( verrà denominato Vial del Pan in onore dell'omonimo sentiero sulle Dolomiti difronte alla maestosità della Marmolada ). Sull'altro lato si trova invece la "Piazzetta fontana" che confina con la casa e con la "Zona Verde". Il forno è coperto con un suo tetto, molto bello che copre il Vial del Pan. Sul Vial del Pan son opresenti alcuni tombini che racchiudono gli impianti idrici ed elettrici. Un casino insomma..... Ok! Dopo varie misure decido che la terrazza avrà una forma quasi quadrata e una dimensione di circa 4mt per 4 mt. Verrà bene. Si cominciano i lavori di scavo per le fondamenta, che si estendono oltre al pavimento già eseguito da Luigino, confidanto che sia stato realizzato in maniera meticolosa ( non ci credo però ci possa essere sotto della rete metallica e uno scavo di fondazione) Prevedo quindi di scendere di almeno una trentina di centimetri, per bloccare stabilmente la parte frontale della terrazza. Durante i lavori di scavo, inaspettati per me, scovo le tubazioni principali della casa, che speravo fossero state poste a una quota maggiormente profonda. Naturalmente riesco a rompere tre tubi su tre. Bisogna ripararli. La voglia di fare fare questo lavoro ad un esperto è grande, anche perchè questi tubi verranno seppelliti sotto due tonnella te di cemento. Decido di provarci, taglio i tubi e dopo diverse prove e un fai e rifai tipico di chi non sa fare, decido che le riparazioni possano andare. Copro tutto con del cemento, cosa che Luigino non aveva provveduto a fare, così da consolidare i fragili tubi arancioni che si erano certamente rotti con l'andirivieni della macchina e del carrello sulla rampa di accesso. Purtroppo però devo aggiungere qui a memnoria  per futuri interventi  che due dei tubi hanno una inclinazione negativa nell'ultimo tratto, perchè il terreno era sprofondato e per modificare la situazione era necessario demolire la pavimentazione in sassi di fiume fino a chissà dove. Ho eseguito moltissime prove di scarico per ciascun tubo senza invonvenienti particolari. Non credo quindi che questa lieve contropendenza potrà creare dei problemi in futuri, più di quanti già non ce fossero. Anche questo è un'altro film di "Lavori sporchi" in quanto ognin tubo era collegato con la vasca di scarico dove tutti i fanghi ( è un lusso chiamarli così ) si trasformano per essere digeriti dal terreno. La vasca era inoltre piena, e per tutta la lavorazione esalava dei fantastici aromi che allietavano l'artigiano nel suo ignobile compito. Fatto questo lavoro di m...... bisogna provvedere a montare il contenimento per il cemento armato che sarà gettato quale platea della nuova terrazza. Utilizza le vecchie tavole usate per la costruzione della fondamenta della aiuola. sono un pò ritorte dall'umidità, ma con pazienza le fisso ai paletti in acciaio fissati per terra. Non è facile sagomare la parte in pendenza e farla combaciare con la parte esistente. Con dovizia e pazienza il piano ha successo. Rinforzo il tutto per contenere la spinta del peso del Cemento di cui provo a stimarne un peso. Dovrebbe tenere.... è ora la volta di installare le guide per la staggiatura. Esse sono dei piatti di ferro che corrono dalla parte verso la casa della terrazza verso la fine a sud della terrazza. Servono percheè lo scorrimento della staggia una volta posato il cemento, lo renda piatto e lliscio con la pendenza dell' uno per cento calcolata per smaltire la pioggia. I piatti di ferro vengono fermati a bolla impostata all'uno per cento con la saldatrice. Il punto finale sono i picchetti dell'armatura delle casseforme appena costruite. Lungo il loro percorso verso la casa vengono fissati con del cemento. Queste sdtrade per la staggia devono essere parallele tra loro e a bolla nel senso longitudinale. Un lavoretto di pazienza insomma. Una volta poste in opera con maniacale precisione le guide per la staggia, provvedo a costruire delle gabbie con ferro tondo da 16 lungo tutto il perimetro dello scavo. Quattro tondini di ferro con i traversi formano una struttura di ferro resistente. Con Tita, che ha provveduto ad aiutarmi in questa operazione, saldiamo tutto il sistema in maniera da garantire una resistenza veramente eccellente. Una volta costruite le gabbie perimetrali, visto lo spessore finale di circa 40 centimetri di cemento, poniamo a dimora due strati rete 20X20 con maglia da 8 mm separati da un traliccio metallico triangolare. Anche qui saldiamo il tutto in maniera da garantire la possibilità di poterci camminare sopra durante la fase di getto. Provvedo a installare un pozzatto per eventuali collegamenti elettrici e un pò di tubo corrugato per colelgare il pozzetto ad uno esistente e altri che dovranno servire a portare eventuali cavi per l'iluminazione della terrazza. Nel contempo si ordinano le colonne di Corten che dovranno sostenere la trave finale della nuova pompejana che coprirà la terrazza.
Dopo circa un mese dall'inizio dei lavori, arriva il giorno del getto. Invito il fedele Marcello e il vecio capocantiere, il nonno Vinz. La sua esperienza potrà certamente tornarci utile. Chiedo anche a Primo, compagno di Erika se potesse prestarmi l'elicottero per finire la superfice del cemento una volta gettata in quanto non sapevo ancora quale finitura avrei adottato. La notte prima del getto non dormo, passo il tempo a controllare ogni cinque minuio lo sviluppo delle meteo. La  cadutea di pioggia potrebbe non essere impossibile. Incrocio i dati e sono certo che non pioverà. Almeno lo spero. Finalmente arrivano le otto. Sia i mie pseudoperai che la botte sono in ritardo. Tutto combacia perfettamente. Arriva Marcello con il nonno e da li a poco arriva il camion con la preziosa colata. L'agitazione è al massimo, il tubo comincia a sputare il prezioso elemento dalla consitenza perfetta. Facile da gettare e tirare, e con i preziosi consigli di Cristian l'autista della botte, in circa quaranta minuti il lavoro è fatto. Salutiamo Cristian che pulisce i suoi attrezzi e se ne va, non prima di aver preso il suo assegno. Il nonno Vinz rifinisce la superfice, facendo attenzione a non creare avvallamenti. Il lavoro è finito. La tensione finalmente può calare. Sembra un buon lavoro, ma solo una volta asciutto vedremo se l'acqua formerà pozze o scorrerà via velocemente. Nelo frattempo arriva Primo con Erika. Ottimo! Pranziamo velocemente dando al cemento il tempo di rapprendersi un pò. Con l'elicottero "tiriamo" liscia la superfice ed il lavoro risulta veramente spettacolare. L'acqua del getto della pompa scorre via con piacevolezza senza sofermarsi o accumularsi. Il lavoro è riuscito perfettamente.
Nelle giornate successive, si tolgono le assi dell'armatura che hanno svolto egregiamente il loro lavoro. La finitura è buona su ogni lato comne lo sono i raccordi alle parti esistenti. Sono contento. Ora è giunto il momento di costruire un muretto in sassi e mattoni che prosegue quello esistente. Mi metto e lo eseguo con una certa pefezione. Il muretto è veramente bellissimo e perfettamente uguale a quello esistente. Costruisco un gradino con le grandi pietre estratte dalla maialaia number one che permette l'accesso dalla piazzetta della fontana alla terrazza. Bellissimo anche il gradino! Ora è la volta del lato Sud e del lato Est. mi procuro dei sassi di fiume tagliati a metà e delle strisce di mattone antico. Essi vengono incollati ai bordi della terrazza con un bellissimo effetto rustico.
Decidiamo di finire la superfice con il porfido posato ad opera incerta. Un pò per la sua economicità un pò per la sue durevolezza. Si voleva fare infatti in doghe di legno del tipo utilizzate nelle piscina, ma alla fine abbiamo optato per il classico porfido. Comincio un lacvoro che pensavo di concludere prima, per la posa di 16 metri quadrati di porfido ci ho messo certamente 8 giornate piene di lavoro. La bolla, l'inclinazione e lo spesso re che mi doveva portare alla casa con un gradin oprevisto di tre centimetri. Scelgo le piastre una per una girandole e rigirandole, capovolgendole, fino a comporre un mosaico con le fughe il più piccole possibile. Scrocco consigli a destra e a manca, poi mi faccio un'idea definitiva. Man mano che il lavoro va avanti, mi convinco che possa riuscire.... pezzo dopo pezzo con la schiena a pezzi, dopo aver maneggiato e rimaneggiato le stesse pietre per trovarvi la giusta collocazione, il lavoro finisce. Finisce per modo di dire, manca solo la stuccatura delle fughe. Una volta fatta anche questa operazione usando una miscela di sabbia finissima e cemento al 50%, il lavoro veramente che più mi ha sfrantumato è stata la pulizia. Nei primi pezzi, per la paura di non riuscire a pulire e che rimanessero le macchie, pulivo troppo presto creando un pasticcio incredibile. Poi, guardano e riguardando preziosi tutorial, mi fido ad aspettare che la boiacca si sia un pò rappresa. Il lavoro migliora e si facilita e finalmente dopo molti sforzi anche esso si conclude. Una giornata intera è stata inoltre necessaria per la pulizia definitiva della superficie da prima con acidi e poi con normali prodotti di pulizia.
L'ultimo passo è stato quello di installare una protezione per tenere fuori i cani dalla terrazza. Con rete da muraro 20x20 e dei paletti ancorati alla struttura in cemento ho costruiro la recinzione provvista di un cancelletto sempre in rete semiautomatico con molla di richiamo. Questa recinzione verrà coperta da roselline rampicanti e da due tralci d'uva che saliranno sulla pompejana per mettere al riparo dal sole la terrazza appena costruita. Abbiamo posto un paio di vasi in resina ai lati dell aterrazza in modo da darvi un pò di colore. Piazzato il piccolo salottino da giardino, la terrazza, fa presagire la sua bellezza e la sua prontezza ad affrontare l'estate 2020.
Il Portico a sud
Il pèortico a Sud era caratterizzato da un'ampia parte a ciotolato in sabbia. Purtroppo gli anni hanno distrutto il ciotolato che era ormai completamente sommerso da sporcizia e resti di pannocchie. Il posto era ideale per far sostare la nostra fantastica Land Rover, abbiamo provveduto quindi con il pèrezioso aiuto del nostro insegnante Roberto Merlo e Marello Verkonich a trasformarlo in un posto pulito e utilizzabile. Una domenica, un pò di lavoro 8 metri cubi di cemento, una botte e tanta allegria hanno trasformato il sottoportico in un pavimento solido e ben fatto.
Il Locale Tecnico e gli impianti
Il locale da bagno, il cui nome altisonante è "Ubi Medidantis", era molto grande e racchiudeva in un angolo la piccola centrale termica della corte. Abbiamo deciso di sezionare questa parte della stanza e dedicarla a vero e proprio locale tecnico. Oggi vi trovano infatti posto i sistemi di lavaggo e asciugatura dei panni, la centrale termica e le nuove tubazioni a vista utilizzate per ampliare l'impianto di riscaldamento esistente.
Con il prezioso aiuto estivo di Tita, abbiamo eseguito la parte strutturale del cartongesso, e alla fine il suo rivestimento.
Il fine ultimo era quello di creare una separazione che avesse dei dettalgi che richiamassero l'impronta dell'abitaizone. Abbiamo creato sopra l'ingresso un piccolo controssoffito e una divisione aperta in cui trova posto l'armadio dei medicamenti, ed alcuni oggetti che impreziosiscono l'ambiente. Una finestrella rifinita con vecchie tavelle riciama i materiali di un tempo. Il progetto prevede di finire i bordi della finestra con un contorno di assi invecchiate. La chiusura del locale tecnico è stata eseguita con due balconi provenienti dal centro della Romagna color rosso fuoco. Essi sono stati montati su un binario in ferro che ne permette lo scorrimento. il binario in ferro batturo è stato completato con un sistema di carrucole in ghisa.
Il locale tecnico è finito in poco tempo e rende l'ambiente molto più gradevole ed intimo.
Costruzione di un locale tecnico in "Ubi Meditantis"
La Corte dei Sassi
Abitazione rurale di interesse storico sita in Via Gallio 53 - San Zeno di Cassola (VI)
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